Stabilimenti Innocenti


"LAMBRETTA": due ruote di felicità

Nel 1913 Ferdinando Innocenti, brillante e creativo toscano (era nato nel 1891 a Pescia), decide di ingrandire la sua piccola attività di lavorazione tubi, la “Ditta Fratelli Innocenti”, che nel 1929) si era talmente ingrandita tanto da contare già venti operai (e nel 1931 saranno più di un centinaio), acquisendo buona fama e rilevando il brevetto (dell’inglese Scafolding) di un particolare giunto tubolare che permetteva montaggi e smontaggi rapidi di ponteggi. Lo modifica e nasce il “tubo Innocenti”, ancora oggi di largo uso.Nel 1931 apre una sede commerciale a Milano (in via S. Paolo); Innocenti mira a diventare il più grande distributore della Dalmine e da Milano tutto sarebbe stato più facile. 

Nel 1933 Innocenti decide che è l’ora di costruire uno stabilimento anche a Milano. Vi è una zona periferica che si sta sviluppando, dove sarebbe stato costruito un grande snodo ferroviario; la zona è quella dove scorre il fiume Lambro, il quartiere tra l’Ortica e Lambrate, sede di vasti appezzamenti dei giardinieri Ingegnoli e Ceschina, compresi tra le vie Rubattino e Pitteri.Nel giro di pochi mesi è pronto un primo capannone, molti operai dalla sede romana passano a Lambrate e la ditta diventa “Fratelli Innocenti Società Anonima per Applicazioni Tubolari d’Acciaio”.Siamo dunque negli anni trenta-quaranta, e l’attività della Innocenti – dopo l’affermazione nazionale – si diversifica, arrivando ad avere in catalogo prodotti per edilizia (elettricità, ponteggi, antenne, tralicci per il trasporto elettrico, cancelli e recinzioni, pali per l'illuminazione), prodotti per l'agricoltura e lo sport (condotte per acquedotti, impianti per l'irrigazione a pioggia, recinzione per impianti sportivi, attrezzi per palestre), prodotti per l'industria (impianti per centrali termoelettriche, tubazioni per aria, gas, vapore, bombole per gas liquidi e compressi, condotte forzate e sonde di perforazione), prodotti per l'industria meccanica (tubi per autocarri, alberi di trasmissione, tubi per l'industria automobilistica, tubi per affusti di artiglieria, cilindri e pistoni idraulici per presse, cilindri e rulli per vetrerie).Innocenti è un nome tra i più grandi; si aggiudica addirittura l’appalto per la costruzione di un colossale impianto elettro-siderurgico in Venezuela, sul fiume Orinoco.Fino a che con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale la fabbrica milanese diventa uno dei più importanti fornitori di proiettili per l’esercito.La Seconda Guerra Mondiale significa però per la Innocenti anche la notte in cui un’incursione aerea distrugge gli stabilimenti di Lambrate. “E’ l’ora della Lambretta” Così la radio pubblicizza negli anni cinquanta l’avvento di un nuovo rivoluzionario prodotto della Innocenti.Nel 1947 Ferdinando trova un modo per riconvertire nuovamente la produzione dei suoi stabilimenti e nel contempo un modo per motorizzare l’Italia che sta uscendo dalla guerra…arriva il piccolo scooter, che diviene ben presto un bestseller internazionale!È la grande antagonista della Vespa Piaggio, il primo grande successo della Innocenti nel settore dei trasporti e avrà lunga vita (le linee di produzione verranno smantellate nel 1971 e vendute al governo indiano).Sul finire degli anni ’50 la Innocenti di Lambrate è così una delle più importanti aziende italiane operanti nei settori della meccanica pesante, dei tubi e relative applicazioni e degli scooter. Nonostante sia stata messa in ginocchio dalla Seconda Guerra Mondiale, la Innocenti riesce a risollevarsi grazie alle accorte politiche attuate dal suo presidente e fondatore, Ferdinando Innocenti.Siamo alla fine degli anni Cinquanta e l’azienda si trova nelle condizioni di decidere come investire queste risorse. Le vendite degli scooter diminuiscono, è l’ora di pensare a nuovi settori.Innocenti ha in mente sempre più la meccanica, l’ing. Lauro (suo braccio destro) pensa agli elettrodomestici, Luigi - il figlio di Ferdinando – all’automobile.Nel 1958 Luigi Innocenti, figlio di Ferdinando, Luigi persegue con tenacia il progetto della costruzione di automobili e così iniziano gli studi per una vettura interamente prodotta a Lambrate, si sceglie l’accordo con gli inglesi della BMC per la produzione su licenza dell’Austin A40. Insieme a lei, al salone di Torino del 1960, debutta la Innocenti Spider 950, uno spider disegnato dalla Ghia con meccanica inglese. La produzione avviene in gran parte alla OSI di Torino, mentre a Lambrate se ne ultima l’assemblaggio.La produzione automobilistica conta 20900 vetture nel 1962 e sale a 30600 l’anno successivo, grazie all’entrata in produzione della IM3, la nuova vettura di classe medio-alta costruita a Lambrate sempre su licenza BMC.1965: è l’ora di puntare su un’auto rivoluzionaria. E’ l’ora della Mini made in Italy!Sono gli anni della massima espansione commerciale tutta italiana del settore auto della casa di Lambrate. Nel 1971 improvvisamente Luigi Innocenti (Ferdinando era morto nel 1966) decide di vendere, nel 1971 le linee della Lambretta vanno al governo indiano, la meccanica pesante alla Finsider (che la accorpa alla Santeustachio: nasce la INNSE), e l’auto viene ceduta agli inglesi della British Leyland, il partner storico.Nasce la Innocenti Leyland ma la mancanza di una vera strategia industriale per Lambrate genera l’ordine di  tagliare e ridurre il numero dei dipendenti.Dopo un periodo di profonda crisi, nel 1976, Alejandro De Tomaso, ex pilota reinventatosi imprenditore, con l’aiuto finanziario della GEPI, in poco tempo rileva la Innocenti – che viene ribattezzata Nuova Innocenti –  la Maserati, la Benelli e la Moto Guzzi.... ma nel giro di pochi anni (è il 1992) De Tomaso dichiara che vuol vendere, non prima di aver lasciato a casa centinaia di dipendenti.La Innocenti entra così definitivamente nel Gruppo Fiat e Lambrate diventa la seconda casa dell’utilitaria della casa madre, la Panda.Il marchio Innocenti compare invece solo sui modelli fabbricati in stabilimenti esteri del Gruppo (il Brasile per la Mille e la Elba; l’Est Europa per la Koral; l’Italia per il Porter).Poi anche la Panda se ne va dallo stabilimento milanese... e a queste condizioni non ha più senso di esistere la fabbrica di Lambrate.Dopo estenuanti trattative sulla sorte degli ultimi dipendenti, e il 1 aprile 1993 gli stabilimenti di via Rubattino chiudono per sempre, e il marchio non più utilizzato entra fra tanti di proprietà Fiat.Di lì a poco gli stabilimenti verranno destinati all’AMSA per lo smaltimento e il riciclaggio dei rifiuti urbani e nel 1997 il Comune di Milano promuove un concorso d’idee per un Piano di Riqualificazione Urbana (P.R.U. Rubattino) complessivo.Il 29 set 1998 si ha la firma della convenzione Rubattino 87 – Comune: la linea dell’assessore Lupi è perseguita con il recupero dei fabbricati industriali allo scopo di insediarvi funzioni strategiche di interesse generale e collettivo (fonte Ordine degli Architetti) e il recupero del “Palazzo di Cristallo“, ex nave industriale dell’Innocenti di eccezionali dimensioni realizzato con una struttura in ferro e vetro e che si trova nella parte oltre il fiume Lambro e la tangenziale Est.Nel 1998 Luigi Caccia Dominioni viene chiamato partecipare al piano di riqualificazione urbana del quartiere di Via Rubattino e nel 1999 si inizia col cantiere vero e proprio e con le bonifiche.Nel 2002 tutti i capannoni vengono abbattuti vengono completate le prime residenze, mentre la seconda parte, oltre il fiume, dopo varie vicende burocratiche, fallimentari e finanziarie, ancora attende di essere realizzata. Dovrebbero essere recuperate alcune parti della vecchia fabbrica, come il Palazzo di Cristallo in vetro e acciaio per ospitare centri di ricerca e università.L’ingresso principale lo troviamo su Via Riccardo Pitteri, via che unisce Lambrate con l’Ortica. Qui è stata creata la piazza pubblica con spazi commerciali dedicata ai Vigili del Fuoco (e che noi riteniamo alquanto bruttina). Al centro si trova un’enorme fontana simile a quella di piazza San Babila progettata da Luigi Caccia Dominioni.Sono in partenza i lavori di ampliamento del Parco della Lambretta, il cui cantiere ne prevede il raddoppio a centomila metri quadrati. Oltre il parco si trova l’enorme Palazzo di Cristallo che attende una riqualificazione grazie al concorso internazionale di Progettazione “Magnifica fabbrica” per la creazione dei nuovi laboratori e depositi del Teatro alla Scala. Il Palazzo di Cristallo è uno degli originari capannoni industriali dove si producevano i mezzi di locomozione.