da Ponte Seveso alla Bicocca il viaggio in città del colosso industriale
« Nacqui in una modestissima casa, ove uniche dovizie erano la rettitudine e l'operosità. » Così si esprime Giovan Battista Pirelli alla cerimonia della sua nomina a senatore del regno.
La famiglia di origine dei Pirelli è «non povera, ma modesta», come risulta dalla ricostruzione redatta dal figlio Alberto nel 1946: il nonno, Santino, è «prestinaio» (fornaio), mentre i genitori della nonna Rosa Riva sono registrati come «possidenti».
Giovan Battista nasce a Varenna nel 1848, ottavo di dieci figli, cinque dei quali morirono in tenera età. Terminati i primi studi, nel 1861 il giovane Pirelli si trasferisce a Milano per frequentare la sezione fisico-matematica dell’Istituto tecnico di Santa Marta (oggi “Carlo Cattaneo”). Ottenuta la licenza con il massimo dei voti, nel 1865 si iscrive alla Facoltà di Scienze fisiche, matematiche e naturali dell’Università di Pavia, dove segue il biennio propedeutico di studi fisico-matematici.
Nel 1866, insieme a molti compagni di studi e al suo professore Giuseppe Colombo – futuro fondatore della società Edison – si arruola nel III reggimento dei volontari garibaldini e partecipa alla Terza guerra di indipendenza. Nel 1867 si iscrive all’Istituto tecnico superiore di Milano (il futuro Politecnico): dapprima frequenta i corsi della sezione di ingegneria civile ma, dopo il primo anno, opta per quella di ingegneria industriale, dove ritrova il suo maestro Giuseppe Colombo. Il 10 settembre 1870 consegue il diploma di ingegnere industriale ottenendo i migliori voti della sua sezione.
Il Premio Kramer gli permette di intraprendere un “viaggio di istruzione” all’estero con l’obiettivo di individuare e studiare “una industria nuova”: il viaggio dura quasi 10 mesi e lo porta nelle più sviluppate regioni industriali dell’Europa continentale: Pirelli acquisisce un’esperienza diretta delle realtà produttive più moderne dell’epoca ed entra in contatto con alcuni dei protagonisti dello sviluppo industriale europeo, in particolare nel settore della lavorazione della gomma elastica (caucciù).
Dopo il suo rientro a Milano, Pirelli costituisce nel gennaio 1872 la prima impresa italiana per la manifattura di oggetti in caucciù, la società in accomandita semplice G. B. Pirelli & C., al cui capitale partecipano personalità importanti della vita economica cittadina. Il primo stabilimento, sorto sulle rive del torrente Sevesetto (dove oggi sorge il Pirellone), ha dimensioni modeste: poco meno di 1.000 metri quadrati coperti, 5 impiegati e 40 operai, che diventeno oltre 250 in meno di dieci anni. Le lavorazioni della Pirelli si estendono rapidamente dal nucleo iniziale dei cosiddetti “articoli tecnici” – cinghie e tubi – e arrivano a comprendere i prodotti in gomma per un’ampia varietà di settori, dai cavi ai pneumatici, fino ai beni di consumo come impermeabili e calzature in gomma.
Nel 1879 la G.B. Pirelli & C. avvia la produzione di cavi e conduttori per il trasporto di energia elettrica e per le comunicazioni, diventando in breve tempo leader a livello mondiale nella posa di cavi telegrafici sottomarini (Mediterraneo, Mar Rosso, Spagna, Baleari, Marocco).
Dieci anni dopo la società si espande e agli stabilimenti di Porta Nuova e di Ponte Seveso si aggiunge un ulteriore lotto di terreno a Milano: un’area su cui sorgerà una nuova fabbrica per la produzione delle “pneumatiche” per i velocipedi, destinate a sostituire gli anelli in gomma piena, e nel 1901 avvia la produzione industriali di pneumatici per autocarri e automobili. È poi la volta della espansione internazionale con stabilimenti in Spagna, Inghilterra Argentina.
L’impegno di Giovan Battista Pirelli non è solo nell’azienda ma anche nelle relazioni politiche sia a livello locale che nazionale, al quale si affiancano, con grande abilità, le importanti relazioni con le industrie straniere sia dell’industria dei cavi telegrafici e telefonici, che dell’industria dei pneumatici.
Nel 1907, con la Itala del principe Scipione Borghese, vincitrice del raid Pechino-Parigi, giunge la prima vittoria sportiva internazionale di Pirelli che dà una visibilità internazionale all’azienda.
È l’inizio di una lunga tradizione di successi sportivi su due e quattro ruote, consolidati nel corso degli anni da personalità del calibro di Nuvolari, Ascari e Fangio. Nel 1908 nasce la "P lunga" che rappresenterà fin da allora il logo del gruppo.
Piero e Alberto Pirelli, figli di Giovanni Battista, vengono chiamati alla gerenza della società nel 1904 assieme al padre, e utilizzanola P allungata anche nella propria firma. Nel 1922 l'accomandita per azioni Pirelli & C. viene quotata alla Borsa di Milano e nel 1929 alla Borsa di New York: è la prima società italiana a sbarcare sul listino statunitense. Sempre nel 1929 la società costruisce la prima fabbrica in Brasile: è l’inizio dell’espansione di Pirelli nel Paese, mercato fondamentale per il business del gruppo, dove oggi la società conta 5 stabilimenti produttivi.
Nel 1924 Pirelli brevetta soluzioni tecnologiche innovative anche nel campo dei cavi elettrici: da quel momento, infatti, pressoché tutte le linee nel mondo ad alta tensione utilizzeranno la tecnologia Pirelli.
Nel 1932 muore il fondatore Giovanni Battista Pirelli.
Negli anni della guerra gli stabilimenti milanesi del gruppo vengono fortemente danneggiati e al termine del conflitto, nel 1946 – dopo un anno di commissariamento da parte del Governo militare Alleato – i figli, Piero e Alberto Pirelli, tornano alla guida della società.
Nel 1948 nasce la “Rivista Pirelli”, tra i primi e più importanti esempi di stampa aziendale rivolta al largo pubblico, con l’obiettivo di coniugare cultura tecnica e umanistica. Sono gli anni in cui nascono i tratti distintivi di Pirelli anche nella pubblicità, con il contributo di importanti artisti e designer, tra gli altri, Mulas, Mendini e Guttuso.
Nel 1953 nasce il Cinturato, pneumatico che segna l’esordio della tecnologia radiale Pirelli. Il 7 agosto 1956 muore Piero Pirelli e Alberto assume la carica di presidente della società.
Quattro anni dopo viene inaugurato a Milano il nuovo complesso direzionale del Gruppo, il grattacielo Pirelli progettato da Giò Ponti davanti alla stazione Centrale, ancora oggi un simbolo per tutta la città.
Nel 1964 nasce il Calendario Pirelli, realizzato nella sua prima edizione da Robert Freeman, icona della pubblicità aziendale, ormai oggetto cult e di grande ricerca da parte dei collezionisti
Nel 1965 Leopoldo Pirelli assume la presidenza esecutiva, e rimane alla guida dell’azienda per oltre 25 anni.
Negli anni ’70 Pirelli e Dunlop integrano le rispettive attività industriali assumendo partecipazioni incrociate: sono gli anni del grande salto tecnologico che porta al lancio del Cinturato P6, P7 e P8. L’espansione di Pirelli prosegue con l’acquisizione, nel 1986, della tedesca Metzeler, specializzata negli pneumatici moto e ancora oggi importante marchio del gruppo.
Nel 1992 Marco Tronchetti Provera, già entrato nel gruppo nel 1986 come socio accomandatario, diventa amministratore delegato. Ristrutturata la società in seguito alla mancata acquisizione di Continental, Tronchetti Provera avvia e consolida una fase di rilancio internazionale attraverso nuove tecnologie e l'apertura verso mercati emergenti come il Far East e l'Africa.
Nel 2010 Pirelli completa la trasformazione in una ‘pure tyre company’, attraverso la cessione delle attività di Pirelli Broadband Solutions e la separazione dal gruppo delle attività immobiliari di Pirelli Re.
Nello stesso anno è inaugurata la Fondazione Pirelli con lo scopo di salvaguardare e valorizzare il patrimonio storico dell’azienda e di promuovere la cultura d’impresa come parte integrante della ricchezza culturale del Paese.
Nel giugno 2010, dopo 19 anni di assenza, Pirelli torna alla Formula 1 aggiudicandosi la fornitura esclusiva, che è mantenuta tuttora.
A fine marzo 2017 Pirelli Industrial è stata separata da Pirelli per far nascere il quarto produttore al mondo nel settore dei pneumatici per mezzi pesanti e agricoltura, col passaggio alla Aeolus (controllata quotata di ChemChina) della ex Pirelli industrial. Ma Prometeon - come sarà ribattezzato il nuovo gruppo - manterrà un piede in Italia con la doppia sede a Pechino e Milano ed avrà una guida italiana.